La vitamina C cura il raffreddore?
Quante volte le mamme ci hanno detto:<<Mangia le arance che ti passa il raffreddore!>>,ma è veramente così...?Assumere maggiori dosi di vitamina C contro il raffreddore è davvero utile? Ecco cosa ne pesano gli esperti
I membri
dell'Associazione Nazionale Dietisti (Andi) spiegano che per riuscire a
fronteggiare uno dei più diffusi "malanni" della stagione invernale,
bisogna piuttosto seguire "un'alimentazione completa ed equilibrata, dove devono esser presenti almeno
due porzioni di verdura giornaliere, alternando cotta e cruda, e tre porzioni
di frutta. Ovviamente sempre di stagione".
Insomma, secondo gli esperti, il solo modo per sentirsi meglio è mangiare bene, ma non esistono degli alimenti che facciano effettivamente ridurre i sintomi del raffreddore. Una buona notizia arriva però per chi soffre dei sintomi respiratori collegati al raffreddore: il classico rimedio della nonna a base di latte e miele pare sia effettivamente efficace, come spiegano gli esperti, secondo cui avrebbe "effetto benefico, pur se non ha un'evidenza scientifica". Insomma, non possiamo naturalmente considerarlo un metodo terapeutico, ma qualche effetto benefico sarebbe comunque evidente.
VITAMINA C, UN GRAMMO AL GIORNO PER PREVENIRE IL RAFFREDDORE
Ormai sono noti i benefici effetti della vitamina C nei confronti del raffreddore. Ma quanta bisogna assumerne? È più efficace nella prevenzione oppure nella cura dei sintomi di questo fastidioso male di stagione? Una comparazione tra 5 ricerche effettuata dalla Cochrane Collaboration, un ente di ricerca indipendente, ci fornisce alcune risposte utili.
Secondo i ricercatori che hanno analizzato e comparato i dati delle diverse ricerche assumere un grammo di vitamina C al giorno sarebbe sufficiente a dimezzare la possibilità di prendersi un raffreddore. «Attenzione però, si sta parlando di vitamina C assunta con regolarità e non di quella che corriamo a prendere alle prime avvisaglie di un malanno» ha sottolineato a proposito Fabrizio Pregliasco, virologo dell'università di Milano.
Sembrerebbe infatti che questa vitamina tanto preziosa sia più utile nella prevenzione piuttosto che nella cura del raffreddore anche se l'assunzione di un grammo al giorno contribuirebbe comunque ad accorciare la durata del raffreddore. Attenzione però, gli esperti avvisano che è completamente inutile aumentare la dose quando si è già ammalati.
Il modo migliore per assumerla, a detta dei ricercatori, è attraverso la dieta. «Con un'alimentazione varia ed equilibrata si riesce a ottenere una buona quantità di vitamina C, che agisce come antiossidante e per questo protegge dalle infezioni virali come il raffreddore. Nella maggior parte dei casi gli integratori non servono: nel dubbio, basta parlare della propria dieta con il medico di base per scoprire se ne introduciamo abbastanza o se serve un aiuto. I supplementi possono talvolta essere opportuni nei bambini, spesso restii a mangiare frutta e verdura ricche di vitamina C: anche in questo caso, tuttavia, è bene consultare il pediatra» ha sottolineato il dottor Pregliasco.
Quali sono i cibi che contengono maggiori quantità di vitamina C?
Kiwi, fragole, ribes, uva, arance, limoni, broccoli, spinaci, cavoli, peperoni, rucola e insalata. Bisogna consumarne almeno 5 porzioni al giorno per assicurarsi la giusta dose di questa vitamina.
VITAMINA C IN INVERNO: COME PREVENIRE INFLUENZA E RAFFREDDORE
La vitamina C in inverno è indispensabile per prevenire influenza e raffreddore. Ma proprio nei mesi invernali, a parere degli esperti, ne assumeremmo di meno. Ciò poiché in inverno cala il consumo degli alimenti che la contengono. Non dimentichiamo dunque di portare in tavola quei cibi che ne contengono di più.
A rivelare i dati sull'assunzione di vitamina C è uno studio condotto dalConsorzio Grana Padano su di un gruppo composto da 7600 persone di età superiore ai 18 anni, suddivisi tra uomini (38,8%) e donne (61,2%). In inverno aumenta il consumo di frutta ricca di vitamina C, prima di tutto di agrumi, come rivela l'indagine.
Diverso il discorso sulle verdure e gli ortaggi. Lo studio spiega che in inverno si consumano meno verdure ricche di vitamina C, come pomodori, cavoli, broccoli, verdure a foglia larga e legumi. In inverno il calo di consumo di pomodori freschi può essere comprensibile, dato che questi ortaggi non sono più di stagione, ma potremmo consumare di più cavoli, cavolfiori e verdure tipicamente invernali.
La ricerca rivela che l'assunzione di vitamina C in inverno attraverso l'alimentazione rimane comunque in linea con il fabbisogno di un individuo sano, e risulta pari a 143 mg per le donne e 146 mg per gli uomini. A parere degli esperti, però, questa quantità potrebbe non essere sufficiente per prevenire influenza e raffreddore e per rispettare le reali necessità dell'organismo.
La vitamina C, infatti, è facilmente deperibile e molto sensibile alla luce. Dunque gli esperti consigliano di bere subito le spremute e i centrifugati appena preparati, così come di mangiare la frutta appena dopo averla sbucciata e la verdura poco dopo averla mondata. Inoltre, suggeriscono di conservare la frutta e la verdura in luoghi chiusi e non esposti alla luce diretta.
Vitamina
Dai radicali liberi, favorisce la riduzione dell'acido folico nonché la conversione del ferro ferroso (Fe++) a ferro ferrico (Fe+++). Ma non è finita...
Da circa 50 anni la comunità scientifica si spacca in due nel valutare l'utilità clinica che riveste la vitamina C nella cura e nella prevenzione del raffreddore comune.
Ad alte dosi di vitamina C, come quelle che vengono assunte a scopo farmacologico (10 o più g/die), si sono riscontrati disturbi a livello gastrointestinale, che però sembrano dovuti più all'acidità che alla vitamina C in sé. Sono stati riscontrati anche altri effetti, come una aumentata escrezione urinaria di ossalati e la formazione di calcoli renali. Sembra comunque che dosi fino a 10g/die possano essere considerate sicure (Flodin, 1988).
Tuttavia, l'utilizzo di vitamina C contro il raffreddore è ancora oggetto di numerose discussioni, pertanto, fino al raggiungimento di un compromesso tra terapia e dose massima raccomandata, se ne SCONSIGLIA vivamente l'abuso integrativo o farmacologico nella lotta ai sintomi e nella prevenzione del raffreddore comune.